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“Lavoro agile e conflitti organizzativi nella pubblica amministrazione. Idee e riflessioni per un cambiamento virtuoso”: è il titolo del webinar di oggi, a conclusione del progetto “Io e gli altri”

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Un modello sperimentale, replicabile non solo a livello nazionale, ma anche europeo: è il progetto “Io e gli altri, la gestione delle relazioni nell’ambiente lavoro”, che ha visto protagonisti tre diversi soggetti: INAIL UMBRIA – INCA CGIL UMBRIA e ANCI UMBRIA. Giunto a conclusione, è stato presentato questa mattina nel corso del webinar Lavoro agile e conflitti organizzativi nella pa. Idee e riflessioni per un cambiamento virtuoso”.

Il progetto, che ha coinvolto circa 800 lavoratori su 10 Comuni umbri, si è sviluppato nel triennio dicembre 2016-giugno 2020.

I tre partner istituzionali hanno definito, ben prima della pandemia, gli strumenti per prevenire i rischi psicosociali da lavoro.

I risultati conseguiti nei tre anni di lavoro sono stati oggetto di riflessione a seguito degli effetti della pandemia che, in pochissimi mesi, ha determinato un cambiamento epocale nel modello organizzativo.

A illustrare il progetto sono stati Alessandra Ligi, direttrice regionale Inail Umbria, Valentina Nardi, consulente del lavoro e formatrice all’interno di “Io e gli altri”, Roberto Panico, presidente Inca-Cgil e Silvio Ranieri, segretario generale Anci Umbria.

Il progetto – ha spiegato la consulente Nardi – prevede l’applicazione di un modello sperimentale realizzato su un campione significativo di Comuni dell’Umbria che ha raggiunto un totale di circa 800 lavoratori nel triennio dicembre 2016– giugno 2020. Sono stati coinvolti sindaci, dipendenti, dirigenti, rappresentanti del sistema di gestione salute e sicurezza sul lavoro; è stata realizzata una piattaforma web “io e gli altri” accessibile a tutti i lavoratori.

Importanti i risultati raggiunti: l’85% (circa 772 lavoratori) dei dipendenti invitati ha partecipato alla sensibilizzazione/formazione in aula; il 50% (circa 450 dipendenti) dei lavoratori sensibilizzati è stata invitata alla formazione in aula, di cui l’85% (circa 382 lavoratori) ha partecipato mostrando interesse e coinvolgimento; il 75% (290 lavoratori) del personale coinvolto ha usufruito della Piattaforma web. Il 90% dei lavoratori afferma, nei questionari finali, di avere interesse ad approfondire i temi trattati e molti di loro hanno esplicitamente espresso il desiderio di proseguire il percorso attraverso corsi di supporto e consolidamento”.

Quanto al lavoro agile, la pandemia ha accelerato questo strumento: “La fase conclusiva del progetto “Io e gli altri” – ha spiegato Nardi – è stata condizionata da eventi di portata mondiale che nessuno di noi si aspettava di dover affrontare. In questa situazione, un ruolo fondamentale è stato assunto dagli Enti locali che hanno dovuto farsi carico, in pochissimo tempo, non solo di rafforzare la digitalizzazione dei servizi per permettere un adeguato accesso a funzioni basilari, ma anche di mobilitare e attuare in urgenza nuove tipologie di supporto e assistenza ai cittadini attraverso canali inesplorati e innovativi. In pochissimi mesi è avvenuto un cambiamento epocale nel modello organizzativo, tramite il passaggio allo smart working, che all’inizio dell’anno sembrava impensabile. Lo smart working è stato vissuto in via emergenziale come “remotizzazione della postazione lavorativa”, attraverso una struttura tecnologica completamente inadeguata. Gli esiti di questo passaggio sono stati spesso vissuti dai lavoratori in modo conflittuale: dal senso di isolamento alla mancanza di obiettivi definiti. Poche sono state le realtà che hanno realizzato procedure specifiche e strutturate per l’adeguamento al nuovo modello, spesso sono mancate le figure di coordinamento che supportino e supervisionino i lavoratori nel raggiungimento dei risultati, nella gestione sostenibile del tempo e nell’interazione tra colleghi per mantenere la partecipazione individuale e di gruppo alla vita aziendale”.

La dottoressa Ligi ha sottolineato “l’importante sinergia fra Istituzioni diverse del territorio, con il comune obiettivo di indagare i rischi lavorativi e psicosociali e di individuare un modello efficace per affrontarli, attenzionando quei rischi connessi ai conflitti in ambito lavorativo”.

Il segretario generale Ranieri ha parlato di quanto “il progetto sia attuale e della necessità di mettere in atto, alla luce dei profondi cambiamenti imposti dalla pandemia, non solo nuove forme di organizzazione nella pubblica amministrazione e nelle aziende, ma anche nuovi strumenti di gestione del lavoro e dei conflitti”.

Roberto Panico di Inca CGIL ha evidenziato come “lo stress da lavoro sia spesso una patologia subdola e sottovalutata che, se fino a prima riguardava il lavoratore e il lavoro, ora con lo smart working è entrata nelle case dei lavoratori e quindi nelle loro famiglie”.

Il webinar è iniziato con i saluti della dottoressa Gabriella Madeo, del Servizio Prevenzione e Sanità della Regione dell’Umbria che ha sottolineato l’importanza e l’attualità del progetto stesso ed è terminato con le testimonianze di due dipendenti comunali. 

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